La Maschera di Tornarsuk e la Maschera di Agamennone
La maschera di Tornarsuk è un artefatto che appare nell’espansione di Tomb Raider II “The Golden Mask”. Stando alla mitologia inuit, Tornarsuk (conosciuto anche come Torngarsuk o Torngasak) è un dio del cielo molto potente, una delle più importanti divinità nel pantheon Inuit.
In TRII: The Golden Mask, Lara visita le Isole Aleutine alla ricerca della Maschera d'oro di Tornarsuk. Immagine: Sheepman23 |
Tornarsuk è il padrone delle balene e delle foche e il più potente essere soprannaturale in Groenlandia. Solitamente è raffigurato come un orso antropomorfo, oppure come un umano ed è il capo dei tornat (o tuurngait), spiriti della natura che possono essere invocati in momenti di bisogno o malattia attraverso l'uso di amuleti o rituali sciamanici.
È considerato invisibile a tutti tranne agli Angakoq (gli uomini di medicina o sciamani tra i popoli eschimesi). Gli Angakkuq fungevano da mediatori tra il mondo umano e quello degli spiriti. Se qualcuno era malato o morente, lo sciamano locale invocava Tornarsuk e i tornat, cercando di persuadere questi spiriti talvolta benevoli, a volte malevoli, per garantire allo sciamano il potere di guarire gli ammalati.
Secondo la trama di TRII: The Golden Mask, la Maschera di Tornarsuk non solo aveva il potere di guarire, ma poteva anche riportare in vita i morti. Sebbene tale maschera non esista, gli sciamani spesso indossavano maschere elaborate raffiguranti animali o figure antropomorfe come parte dei loro rituali, ma erano normalmente fatte di legno, ossa o pelle animale e erano decorati con conchiglie, piume e/o colori fatti da bacche e altri colori naturali.
È considerato invisibile a tutti tranne agli Angakoq (gli uomini di medicina o sciamani tra i popoli eschimesi). Gli Angakkuq fungevano da mediatori tra il mondo umano e quello degli spiriti. Se qualcuno era malato o morente, lo sciamano locale invocava Tornarsuk e i tornat, cercando di persuadere questi spiriti talvolta benevoli, a volte malevoli, per garantire allo sciamano il potere di guarire gli ammalati.
Secondo la trama di TRII: The Golden Mask, la Maschera di Tornarsuk non solo aveva il potere di guarire, ma poteva anche riportare in vita i morti. Sebbene tale maschera non esista, gli sciamani spesso indossavano maschere elaborate raffiguranti animali o figure antropomorfe come parte dei loro rituali, ma erano normalmente fatte di legno, ossa o pelle animale e erano decorati con conchiglie, piume e/o colori fatti da bacche e altri colori naturali.
Tuttavia, se si osserva attentamente, la Maschera di Tornarsuk sembra essere modellata su una vera maschera d'oro, sebbene sia stata creata e poi scoperta in un continente completamente diverso. La maschera in questione è la cosiddetta Maschera di Agamennone, una maschera funeraria micenea dorata che fu ritrovata nel sito archeologico di Micene, in Grecia, nel 1876 da Heinrich Schliemann, attualmente conservata presso il Museo archeologico nazionale di Atene.
Schliemann, un uomo d'affari tedesco diventato archeologo, fu una figura controversa che passò la maggior parte della sua carriera alla ricerca della città di Troia e di altri siti che potessero dimostrare la storicità dell'Iliade di Omero. Credeva che la cittadella di Micene fosse l'antico palazzo del leggendario re Agamennone, sovrano o Argo e fratello di Menelao, la cui moglie Elena fu rapita da Paride di Troia, scatenando così la decennale Guerra di Troia.
La maschera era stata rinvenuta in una tomba a pozzo sepolcrale nel complesso funerario Tomba Circolare A, un cimitero reale che si trova a sud della Porta dei Leoni, l'ingresso principale della cittadella di età del bronzo di Micene nel sud della Grecia.
Schliemann era convinto che il corpo nella tomba V fosse quello del re leggendario, dichiarando di aver "osservato il volto di Agamennone". Benché le recenti ricerche archeologiche abbiano stabilito che la maschera sia databile tra il 1550 e il 1500 a.C., periodo molto anteriore a quello in cui si crede sia vissuto il re, il nome con cui è nota la maschera è rimasto.
Malgrado la maggior parte degli studiosi propenda per la sua autenticità, lo studioso statunitense William M. Calder III negli anni settanta ha messo in dubbio l'originalità della maschera (perché molto più raffinata delle altre con le quali è stata trovata): sarebbe un falso commissionato dallo stesso Schliemann, tesi ribadita recentemente da David A. Traill.
Questa maschera raffigura il volto di un uomo con barba. È costituita da una lamina d'oro con dettagli a sbalzo: i due fori presenti vicino alle orecchie indicano che la maschera veniva fermata sopra il volto del defunto per mezzo di una corda sottile.
La Maschera di Agamennone. |
Schliemann, un uomo d'affari tedesco diventato archeologo, fu una figura controversa che passò la maggior parte della sua carriera alla ricerca della città di Troia e di altri siti che potessero dimostrare la storicità dell'Iliade di Omero. Credeva che la cittadella di Micene fosse l'antico palazzo del leggendario re Agamennone, sovrano o Argo e fratello di Menelao, la cui moglie Elena fu rapita da Paride di Troia, scatenando così la decennale Guerra di Troia.
La maschera era stata rinvenuta in una tomba a pozzo sepolcrale nel complesso funerario Tomba Circolare A, un cimitero reale che si trova a sud della Porta dei Leoni, l'ingresso principale della cittadella di età del bronzo di Micene nel sud della Grecia.
Schliemann era convinto che il corpo nella tomba V fosse quello del re leggendario, dichiarando di aver "osservato il volto di Agamennone". Benché le recenti ricerche archeologiche abbiano stabilito che la maschera sia databile tra il 1550 e il 1500 a.C., periodo molto anteriore a quello in cui si crede sia vissuto il re, il nome con cui è nota la maschera è rimasto.
Malgrado la maggior parte degli studiosi propenda per la sua autenticità, lo studioso statunitense William M. Calder III negli anni settanta ha messo in dubbio l'originalità della maschera (perché molto più raffinata delle altre con le quali è stata trovata): sarebbe un falso commissionato dallo stesso Schliemann, tesi ribadita recentemente da David A. Traill.
Questa maschera raffigura il volto di un uomo con barba. È costituita da una lamina d'oro con dettagli a sbalzo: i due fori presenti vicino alle orecchie indicano che la maschera veniva fermata sopra il volto del defunto per mezzo di una corda sottile.
In ogni caso, una cosa è certa. La maschera ha catturato l'attenzione e l'immaginazione di innumerevoli turisti, storici e archeologi... e sì, persino dei game designer!
A cura di Loreta Anna Pavone
Fonti: tombraiderhorizons.com, it.wikipedia.org, en.wikipedia.org
A cura di Loreta Anna Pavone
Fonti: tombraiderhorizons.com, it.wikipedia.org, en.wikipedia.org
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